“E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna.” [GIOVANNI 3:14,15]
Con la parola ‘innalzato’ il Signore Gesù si riferiva a niente di meno che alla Sua morte sulla croce. Egli voleva che sapessimo che quella morte era stabilita da Dio per essere ‘la vita del mondo’ (Giovanni 6:51). Era stabilita dall’eternità per essere la grande propiziazione e l’unico sacrificio in grado di soddisfare la giustizia di Dio. Era il pagamento, da parte di un potente Sostituto e Rappresentante, dell‘enorme debito che l’uomo ha contratto nei confronti di Dio. Quando Cristo mori sulla croce, i nostri molti peccati Buono posti su di Lui. Egli fu Fatto “peccato” per noi (cfr. II Corinzi 5:21); fu fatto “maledizione” per noi (cfr. Galati 3: l 3). Mediante la Sua morte Egli acquistò il perdono e una completa redenzione peri peccatori. Il serpente di rame, innalzato nell’accampamento di Israele, rese accessibile la salvezza a chiunque fosse Stato morso dai serpenti. Cristo crocifisso, nello stesso modo, rese accessibile la vita eterna per l’umanità perduta. Egli è stato elevato sulla croce e chiunque guarda a Lui, per fede, sarà salvato.
Questa verità è il fondamento della nostra fede. La morte di Cristo è la vita del cristiano, l’innalzamento di Cristo sulla croce concede al credente il diritto di accedere al cielo. Cristo “innalzato”, che subisce l’obbrobrio al Calvario, è la scala mediante cui chi crede in Lui entra nel luogo santissimo e alla fine raggiunge la gloria. È vero, siamo peccatori, ma Gesù ha sofferto per noi. È vero, meritiamo la morte, ma il Figlio di Dio è morto per noi… È vero, siamo grandi debitori, ma Egli ha pagato i nostri debiti con il Suo sangue. Questo è il messaggio dell’Evangelo! Questa è la buona notizia! Appoggiamoci ad essa Finché vivremo. Aggrappiamoci ad essa quando moriremo. Cristo è stato innalzato sulla croce, spalancando le porte del cielo per tutti i credenti: basta uno sguardo di fede.