“Se voi mi ascoltate attentamente, dice il Signore, se non fate entrare
nessun carico per le porte di questa città in giorno di sabato, ma santificate
il giorno del sabato e non fate in esso nessun lavoro” [Geremia 17:24]
Aquel tempo in Giuda regnava Ioiachim, figliuolo di Giosia; l’iniquità del suo regno ci viene presentata dal profeta in tutta la sua evidenza.
Proprio nel buio di questo periodo storico il Signore comandò a Geremia di porsi alle porte di Gerusalemme, e osservare come apertamente i figliuoli di Giuda trasgredissero il comando di Dio di santificare il giorno del Signore, ed esortarli quindi all’ubbidienza.
Egli desiderava il ravvedimento e la conversione del popolo, ed era pronto a perdonare la loro iniquità e il loro peccato. Non soltanto, però, il popolo non volle prestare ascolto, ma assunse una posizione di aperta ribellione al comandamento, voltando le spalle a Dio e allontanandosi sempre di più da Lui.
Se una comunità di credenti o un singolo individuo non ubbidiscono, non ci sarà progresso: si cadrà sempre più in basso e, indietreggiando e perdendo terreno, si correrà il pericolo di abbandonare completamente il Signore.
Dio sa che è bene per il Suo popolo consacrare un giorno della settimana in cui cessare le attività ordinarie per dedicarsi completamente alla Parola e all’adorazione.
Ma anche questa può ridursi ad una pratica svuotata di valore se non facciamo di ogni giorno un vero sabato, cessando di vivere in funzione di noi stessi, attenti unicamente a ciò che torna a nostro utile, ma dandoci piuttosto con gioia e continua gratitudine al Signore e alla Sua opera.
Diffondiamo il Vangelo, come primo impegno, consacriamoci e santifichiamoci per quest’opera. Adempiendo il Suo comandamento non soltanto saremo graditi al Signore ma, nell’ubbidienza a questo glorioso impegno, vedremo anche la nostra famiglia prosperare in vista di quell’unico scopo, piacere al Signore, e dare alla Sua Parola l’autorità che le compete.